Nel contesto delle separazioni e dei divorzi, così come nelle situazioni in cui coppie non sposate pongono fine alla loro convivenza, la questione dell’affidamento dei figli rappresenta un nodo cruciale. Anche per le coppie di fatto, in cui i genitori non hanno mai convissuto tra loro, l’affidamento condiviso emerge come una soluzione significativa. È fondamentale sottolineare che tutti questi scenari coinvolgono genitori di minorenni, poiché un figlio maggiorenne ha il diritto legale di decidere autonomamente le questioni che lo riguardano.
Per i figli minori, invece, spetta ai genitori prendere le decisioni importanti riguardanti la loro vita, come scelte educative, questioni di salute e percorsi scolastici. In questo contesto, l’affidamento condiviso si configura come un diritto e un dovere dei genitori, nonché un diritto inalienabile del figlio stesso. Tale modalità di affidamento implica la capacità e la responsabilità di prendere decisioni determinanti per la crescita e lo sviluppo equilibrato del minore fino a quando questi raggiunge la maggiore età e può agire autonomamente.
Come funziona l’affidamento condiviso per ogni genitore?
Una delle principali confusioni riguardanti l’affidamento condiviso riguarda la sua natura rispetto ai tempi di custodia dei figli. È importante chiarire che l’affidamento condiviso non si riferisce alla divisione del tempo trascorso con i figli, bensì alla condivisione delle decisioni cruciali per il loro benessere. Pertanto, è essenziale distinguere chiaramente tra questi due concetti.
Contrariamente a quanto molti possano pensare, l’affidamento condiviso non implica necessariamente una divisione paritaria del tempo trascorso con i figli. Mentre è comprensibile che alcuni genitori desiderino una suddivisione equa dei tempi, è importante sottolineare che ciò non è un risultato automatico dell’affidamento condiviso. I dettagli riguardanti i tempi di permanenza dei figli presso ciascun genitore devono essere concordati o, in caso di disaccordo, decisi dal giudice con l’assistenza legale di un avvocato.
Le possibilità riguardanti i tempi di custodia sono varie e possono essere personalizzate in base alle esigenze e alle circostanze della famiglia. Ad esempio, un genitore potrebbe trascorrere un fine settimana lungo ogni due settimane con il figlio, oltre a uno o due giorni infrasettimanali, oppure optare per una suddivisione settimanale irregolare. In entrambi i casi, l’affidamento sarebbe considerato condiviso.
È importante comprendere che non esiste un’unica soluzione standard per l’affidamento condiviso, poiché le esigenze e le dinamiche familiari possono variare notevolmente. Pertanto, durante il processo di definizione dei tempi di custodia, è consigliabile cercare un equilibrio che tenga conto del benessere del minore e delle esigenze di entrambi i genitori. La consulenza legale di un avvocato esperto in affidamento condiviso può essere preziosa per garantire che le decisioni prese siano nell’interesse superiore del bambino e rispettino i diritti di entrambi i genitori.